Mentre sorseggia un cocktail denso, scuro e oleoso
denominato “Arctic Black” e intento a leggere le ultime strazianti notizie
sull'Artico, minacciato dalla corsa all’oro nero di compagnie come Shell e
Gazprom. Così, l’orso polare di Greenpeace è stato avvistato al Giovinazzo
Rock Festival. L’animale, accompagnato dai volontari del Gruppo
Locale di Bari, lancia un appello in difesa della sua casa che rischia di
scomparire per sempre: Save The Arctic.
Questa è solo una delle tante tappe del tour estivo della
campagna www.SaveTheArctic.org che interesserà le più belle località di mare
del nostre Paese, spiagge e piazze. Da Nord a Sud, l’orso polare di Greenpeace
visiterà Roma, Pisa, Firenze, Lecce, Venezia, Napoli, Salerno, Trieste,
Verona, Pesaro e tante altre città italiane.
Con questa iniziativa Greenpeace vuole accendere i
riflettori sul rapido scioglimento dei ghiacci artici. Tale fenomeno ha aperto
nuove vie di transito e l’Artico, un tempo irraggiungibile, è diventato la meta
privilegiata per l’estrazione di petrolio. La corsa all'oro nero è guidata da
Shell che, dopo i ripetuti fallimenti in Alaska, vuole riprovarci ora nella
Russia Artica con il suo nuovo partner Gazprom. Le trivellazioni petrolifere
nell’Artico rischiano di causare gravi incidenti mettendo in pericolo uno degli
ecosistemi più fragili del pianeta e le specie che lo popolano, come l’orso
polare.
In latitudini così estreme i rischi di uno sversamento
petrolifero sono troppo alti. Per il nostro pianeta, per gli animali e per
tutti noi. La minaccia delle trivelle incombe anche sul nostro territorio.
Shell, insieme a ENI, ha progetti di trivellazione nel Mediterraneo, un mare
semi chiuso dove una "marea nera" avrebbe conseguenze disastrose
sull'ecosistema marino, sulla pesca e sull'economia locale.
Su www.savethearctic.org è possibile firmare per difendere
l’Artico, come hanno fatto già 3 milioni e mezzo di persone nel mondo.
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