Greenpeace Italia

Gli appuntamenti di Greenpeace GL Bari

domenica 25 novembre 2012

IoNonViVoto @Bari

Oggi i volontari di Greenpeace hanno visitato i seggi delle primarie del centrosinistra a Bari e in altre 24 città italiane, per coinvolgere i votanti in un “referendum” sul futuro energetico del Paese. Nella scheda consegnata agli elettori si legge: “Intendo porre precise condizioni all’espressione del mio voto. Per questo darò il mio sostegno a chi si candida a rappresentarmi in Parlamento e a guidare il Paese solo se si impegna a: - Contrastare l’uso del carbone per la produzione di elettricità - Contrastare lo sfruttamento del Mediterraneo per estrazioni petrolifere - Sostenere concretamente la crescita delle energie rinnovabili, che proteggono l’ambiente, il clima e producono nuova occupazione”.
Vogliamo dare la parola ai cittadini, e in questo caso ai partecipanti alle primarie del centrosinistra, perché dicano direttamente alla politica cosa si attendono per il futuro, quali sono le questioni sulle quali non sono più disposti a soprassedere. Greenpeace ha già interpellato tutti i candidati alle primarie sui temi dell’energia, che sono centrali per il futuro ambientale, sanitario, occupazionale ed economico dell’Italia. Ci sono scelte impegnative e decisive da prendere ma incredibilmente solo due dei cinque candidati del centrosinistra hanno saputo risponderci.
Greenpeace promuove la campagna www.IoNonViVoto.org attraverso la quale, in meno di una settimana, circa 23 mila cittadini hanno scritto a tutti i leader politici e a tutti i partiti chiedendo di arrestare l’avanzata delle fonti energetiche fossili e di sostenere, invece, la crescita delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Contemporaneamente l’associazione ha sottoposto a tutti i politici che si stanno candidando alla guida del Paese un questionario di 9 domande sulla questione energetica.
Finora hanno risposto Vendola, Di Pietro, Puppato e Samorì, tutti garantendo un impegno positivo sui punti proposti da Greenpeace: questi 4 leader si sono quindi impegnati, tra l’altro, a dimezzare il ricorso al carbone come fonte energetica entro il 2020 sino ad azzerarlo al 2030; ad allontanare le trivelle dalle nostre coste e ad aumentare la fiscalità sulle estrazioni petrolifere; a dare priorità assoluta alle energie rinnovabili su quelle fossili e a rendere vincolanti gli obiettivi sull’efficienza energetica; a rimuovere i vertici di Enel che hanno prima tentato la strada del nucleare e ora promuovono quella del carbone, le cui emissioni causano 570 morti premature ogni anno in Italia.
Cosa aspettano Bersani, Renzi e Tabacci a dire da che parte stanno? Nei prossimi giorni, intanto, saremo noi a dire loro da che parte stanno i cittadini che hanno partecipato alle primarie. Sperando che almeno questo possa smuoverli dal loro silenzio.
 
Leggi le domande di Greenpeace ai candidati

Gallery fotografica dell'attività



venerdì 23 novembre 2012

Giornata dell'Albero 2012

Questa mattina i volontari del gruppo barese di Greenpeace hanno partecipato alla Festa organizzata nella scuola elementare Clementina Peroni di Bari per celebrare la Giornata dell'Albero. Durante l'evento i bambini hanno raccontato i loro pensieri sulla tutela delle foreste e dell'ambiente, letto delle filastrocche in tema con la protezione del nostro Pianeta e cantato la canzone Ciao Foresta, vincitrice lo scorso anno del concorso/progetto Kids4Forest di Greenpeace Italia.
Al termine della festa, grazie all'aiuto di alcuni genitori presenti, è stato piantato un piccolo ulivo nel giardino della scuola e alcuni rappresentanti dei bambini hanno effettuato la prima "innaffiatura" dell'albero con la solenne promessa di prendersi cura, non solo del nuovo albero, ma anche di tutti gli alberi :)
Abbiamo salutato questi fantastici bambini con la certezza che riusciranno a conservare nel tempo lo stesso sguardo curioso e meravigliato che abbiamo visto brillare oggi nei loro occhi.

lunedì 19 novembre 2012

IoNonViVoto

Ci sono molti temi di cui i politici non parlano, temi decisivi come l'energia, la salute e il clima. Con la nuova campagna IoNonViVoto.org noi pretendiamo da chi si candida a governarci risposte serie su questioni che riguardano l'aria che respiriamo, il lavoro, lo sviluppo del Paese, i cambiamenti climatici.
Sapevi che in Italia la produzione di elettricità con il carbone causa circa 570 morti premature l'anno e oltre 2,6 miliardi di danni?
Sapevi che stanno svendendo i nostri mari alle compagnie petrolifere e stanno affossando le rinnovabili?
Se non vuoi dare il tuo voto a chi promuove il carbone e il petrolio e frena lo sviluppo delle energie pulite, firma la petizione su IoNonViVoto.org. Basta compilare il form per mandare a tutti i leader politici un messaggio forte e chiaro: il mio voto non è disponibile per chi è amico delle fonti fossili.
E' importante ribadire che il nostro non è un messaggio astensionista, al contrario, pensiamo sia giunto il momento in cui i cittadini devono porre delle condizioni inequivocabili a chi si candida a governarli, visto che la politica nel suo complesso, anche quando chiede il voto ai cittadini, rimane sorda e distante.

giovedì 8 novembre 2012

“Uno al giorno”: il corto che denuncia lo sporco carbone di Enel

Il titolo è “Uno al giorno” perché il carbone di Enel causa una morte prematura al giorno e 1,8 miliardi di euro l’anno di danni alla salute, all'economia e all'ambiente  Sono questi i veri numeri di ciò che Enel fa in Italia con il carbone. Numeri oscuri alla quasi totalità dei clienti dell’azienda, come i protagonisti di questo corto cinematografico. La tranquilla mattinata di una giovane coppia viene interrotta dal suono insistente del campanello di casa. Lui va ad aprire la porta, e…
Cosa pensano gli italiani sentendo nominare il carbone? In genere più alla Befana che alla produzione di elettricità. La sfida che ho abbracciato con Greenpeace è proprio questa – spiega Mimmo Calopresti, regista del corto - raccontare agli italiani cosa sia realmente quel combustibile fossile, quali danni arrechi alla salute umana, al clima, alla nostra economia. Enel è una grande multinazionale, un'azienda cardine di questo Paese: ma il 41% della sua elettricità viene dal carbone. E vogliono pure costruire nuove centrali a carbone. Mi sembra una follia!



Il carbone è la strada più rapida e dolorosa per alterare definitivamente il clima e per avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo. Enel deve cambiare subito i suoi piani di ulteriore sviluppo della produzione da questa fonte. Da anni siamo impegnati nella denuncia dei danni causati dal carbone usato nella produzione di energia elettrica. Abbiamo chiesto a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite. Per ora, Enel ha tentato di censurare la nostra ultima campagna, trascinandoci in tribunale con una richiesta di oscuramento totale delle attività di informazione e protesta e una richiesta di risarcimento esorbitante. Il giudice ha dato ragione a Greenpeace, condannando Enel alla rifusione delle spese processuali. La nostra campagna di denuncia contro lo sporco carbone di Enel continua perché, come ci ricorda Pino Quartullo, “Non possiamo sempre sperare che qualcun altro si occupi dei problemi inerenti alla distruzione del pianeta e del suo miracoloso equilibrio. Dovrebbe essere la preoccupazione primaria di tutti gli esseri umani. Ogni persona, con la sua imperturbabile indifferenza, è responsabile e connivente. Essere indifferenti è scandaloso. Pensare che se ne occuperà qualcun altro è sbagliato. Dobbiamo impegnarci tutti di più, ed agire al più presto”.
Il nostro più sentito grazie a tutti gli artisti coinvolti in questo progetto, che hanno prestato gratuitamente la loro collaborazione, in difesa del clima, dell’ambiente, della salute, per un futuro energetico pulito.

martedì 6 novembre 2012

Rizzoli e Fabbri malati di deforestazione!

Questa mattina tigri in divisa da paramedico sono arrivate in autoambulanza chiedendo di poter somministrare ai responsabili di Rizzoli e Fabbri una "pillola anti-deforestazione": Deforestyl Zero. Mentre dai pali d'illuminazione esterni all'edificio, abbiamo srotolato mega striscioni con un unico chiaro messaggio "Rizzoli e Fabbri malati di deforestazione". Nel frattempo, abbiamo lanciato una petizione online per chiedere ai due editori di "fermare il contagio e lottare contro una patologia che causa la distruzione degli ultimi polmoni del pianeta e contribuisce al cambiamento climatico". Ma cosa cura il finto farmaco che abbiamo distribuito ai dipendenti del gruppo RCS? Lo scorso maggio, in occasione del Salone del Libro di Torino 2012, abbiamo pubblicato il rapporto Favole Ammazza Foreste dimostrando come gli editori Rizzoli e Fabbri stampano libri per bambini su carta proveniente dalla deforestazione delle foreste indonesiane, come confermato da analisi realizzate dall'Istituto Tedesco della Scienza e Tecnologia della Carta. Si tratta di titoli stampati in Cina nel 2011, in cui è stata riscontrata la presenza di fibre di legno duro tropicale (MTH) provenienti dalla distruzione delle ultime foreste indonesiane. La Cina è mercato leader per la vendita della carta delle multinazionali indonesiane APP e APRIL, aziende che per produrre la carta distruggono le foreste e condannano all'estinzione le ultime tigri di Sumatra e specie arboree protette dal CITES come il ramino.


La buona notizia è che la nostra terapia d'urto contro la deforestazione ha funzionato!!!
L'incontro di questa mattina con i vertici aziendali di RCS si è concluso con un impegno che fa tirare un sospiro di sollievo alle ultime tigri di Sumatra e alle foreste indonesiane. Entro la fine del mese verrà organizzato un tavolo tecnico che ha come obiettivo quello di implementare un percorso sempre più virtuoso che garantisca a tutte le case editrici RCS di diventare in tempi brevi "amici delle foreste". E dopo Mondadori, Giunti, il gruppo Gems, Feltrinelli e De Agostini, anche RCS entra a far parte dei grandi gruppi editoriali italiani impegnati in politiche di acquisto della carta a Deforestazione Zero.
Speriamo che a queste parole seguano presto anche i fatti!