Greenpeace Italia

Gli appuntamenti di Greenpeace GL Bari

lunedì 3 dicembre 2018

Make Something a Bari


I volontari del gruppo locale di Greenpeace di Bari hanno organizzato lo scorso 27 novembre presso il Tazebike a Bari, il Make Something Day. Durante l’evento i volontari, assieme ad altri makers del territorio, hanno pianificato un'esperienza a 360 gradi in un mondo che, almeno per qualche ora, è stato privo di qualsiasi tipo di plastica usa e getta.

Abbiamo realizzato delle borse partendo da vecchie tshirt, abbiamo scoperto come sostituire la plastica monouso nella quotidianità, creato degli addobbi natalizi riutilizzando oggetti in carta a cui abbiamo dato una seconda vita (con Sarah Paparella). Inoltre abbiamo imparato ad autoprodurci sapone e cosmetici (La Cosmottega), ma anche ad elaborare oggetti ridando vita a scarti e rifiuti del mare in legno (Giuseppe D'Asta) ed infine anche a sistemare la nostra bici riutilizzando componenti di altre biciclette ormai dismesse (Ciclofficina Tazebike). Dopo i vari workshop, durati l'intero pomeriggio, vi è stato un concerto dal vivo di Bob Cillo i suoi Dirty Trainload, accompagnato da buon cibo e tanta birra, tutto plastic-free!
Questa iniziativa si è inserita nell’ambito della seconda edizione di Make Something Week, una settimana di eventi-laboratorio gratuiti promossa da Greenpeace in tutto il mondo
dal 23 novembre al 2 dicembre dove, guidati da creativi e professionisti del settore, i partecipanti hanno imparato a riparare, riciclare, riutilizzare e dare nuova vita ad oggetti inutilizzati e destinati ad essere gettati via, tramite il fai-da-te e l’autoproduzione.
Quest’anno tantissimi gli eventi organizzati in tutta Italia, da Bari a Milano, Roma, Torino, Palermo, solo per citarne alcune.
Make Something Week si propone di sfidare il modello irrazionale di consumo e superare la cultura dell’usa e getta in occasione del Black Friday e a ridosso delle festività natalizie e di fine anno, quando più che mai le persone sono spinte all’acquisto di oggetti che spesso restano inutilizzati o gettati via, producendo rifiuti e inquinamento.
Siamo stati indotti a pensare che la felicità provenga da ciò che compriamo, mentre sappiamo che la vera felicità viene da ciò che riusciamo a creare.

Con questa settimana di eventi vogliamo far riscoprire alle persone la bellezza di creare insieme e dare nuova vita a quello che già abbiamo, superando lo shopping tradizionale.
Grazie al lavoro dei tantissimi artisti coinvolti, quest’anno in Italia l’iniziativa vuole lanciare una sfida all’uso della plastica monouso, promuovendo tra le persone la condivisione di soluzioni e alternative creative all’uso smodato di plastica monouso.


giovedì 22 novembre 2018

Basta olio di palma che distrugge le foreste

Uno dei cartelli apparsi nei supermercati
Lo scorso sabato i volontari di Greenpeace sono entrati nei supermercati di 18 città italiane e hanno lasciato tra gli scaffali dei cartoncini con la scritta “OREO – BASTA OLIO DI PALMA CHE DISTRUGGE LE FORESTE”.

Il messaggio, diretto a Mondelēz, chiede il rispetto da parte della multinazionale statunitense dell’impegno preso nel 2010, ovvero l’eliminazione dalla propria filiera dei fornitori che producono olio di palma a discapito delle foreste e dei diritti umani, entro il 2020.


I volontari distribuiscono materiale info fuori i supermercati

L’olio di palma, che si ottiene dalla spremitura del frutto della palma da olio, è l’olio vegetale alimentare più consumato al mondo e, quindi, molto richiesto.
La grande domanda di olio di palma ha dato molto potere all’industria indonesiana favorendo l’espansione, in molti casi indiscriminata, delle piantagioni di palma da olio a discapito delle foreste, della biodiversità che esse ospitano e delle popolazioni locali.


Solo pochi giorni fa, la cantante Noemi ha prestato la sua voce per doppiare ”Rang-tan”, un'animazione che parla proprio della distruzione dell’habitat degli oranghi a causa della produzione indiscriminata di olio di palma.


Mondelēz, nota a livello internazionale per il marchio Oreo, ha acquistato olio di palma da 22 fornitori responsabili di aver distrutto, tra il 2015 e il 2017, oltre 70.000 ettari di foresta pluviale (un’area grande quasi tre volte l’Isola d’Elba) e accusati di sfruttamento del lavoro minorile, dei diritti dei lavoratori, di deforestazione illegale, incendi dolosi e accaparramento di terre.
A Bari i volontari di Greenpeace hanno, inoltre, allestito un punto informativo in via Capruzzi con suggerimenti su quanto ognuno di noi può fare per difendere foreste così importanti per il clima e la biodiversità del Pianeta.
I volontari nei pressi della stazione ferroviaria
Le foreste pluviali sono i polmoni del Pianeta. La coltivazione indiscriminata di palme da olio sta causando l’estinzione di specie uniche e alimenta una crisi climatica che ha impatti globali. Mondelēz deve smettere immediatamente di acquistare olio da commercianti e produttori che continuano a deforestare e violare i diritti umani. Se le grandi multinazionali non riescono a trovare abbastanza olio di palma prodotto responsabilmente, dovranno iniziare a utilizzarne meno. Qualche merendina non può valere l’estinzione degli oranghi.

martedì 23 ottobre 2018

La microplastica nel sale da cucina: “Più del 90 per cento dei campioni contaminato”

Ben 36 dei 39 campioni di sale da cucina analizzati, provenienti da diverse nazioni inclusa l’Italia, contenevano frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri, meglio noti come microplastiche. Lo rivela una recente ricerca scientifica, pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Science & Technology nata dalla collaborazione tra Greenpeace e l’Università di Incheon in Corea del Sud.
Dall’indagine, che ha preso in esame campioni di sale marino, di miniera e di lago, risulta che 36 campioni erano contaminati da microplastica costituita da Polietilene, Polipropilene e Polietilene Tereftalato (PET), ovvero le tipologie di plastica più comunemente utilizzate per produrre imballaggi usa e getta.
Numerosi studi hanno già dimostrato la presenza di plastica in pesci e frutti di mare, acqua di rubinetto e adesso anche nel sale da cucina. Questa ricerca conferma la gravità dell’inquinamento da plastica e come per noi sia ormai impossibile sfuggire a tale contaminazione.
È necessario fermare l’inquinamento alla radice ed è fondamentale che le grandi aziende facciano la loro parte riducendo drasticamente l’impiego della plastica usa e getta per confezionare i loro prodotti.
Questa ricerca, la prima condotta su vasta scala e tale da permettere un’analisi comparata della presenza di microplastiche in campioni di sale da cucina provenienti da numerose aree geografiche, ha consentito anche di correlare i livelli di inquinamento riscontrati nel sale con l’immissione e il rilascio di plastica nell’ambiente. Infatti, di tutti i campioni analizzati quelli provenienti dall’Asia hanno registrato i livelli medi di contaminazione più elevati con picchi fino a 13 mila microplastiche in un campione proveniente dall’Indonesia che, secondo studi recenti, è seconda per l’apporto globale di plastica nei mari.
In generale nei campioni di sale marino è stata osservata una maggiore presenza di microplastiche (compresi tra 0 e 1674 microplastiche per chilo, escludendo il campione indonesiano), seguiti dai campioni provenienti da laghi salati (compresi tra 28 e 462 microplastiche per chilo) e dalle miniere (compresi tra 0 e 148 microplastiche per chilo).
Anche i tre campioni di sale provenienti dall’Italia, due di tipo marino e uno di miniera, sono risultati contaminati dalle microplastiche con un numero di particelle compreso tra 4 e 30 unità per chilogrammo. Inoltre, in base ai risultati della ricerca e, considerando l'assunzione media giornaliera di 10 grammi, un adulto potrebbe ingerire, solo attraverso il consumo di sale da cucina, circa 2 mila pezzi di microplastiche all'anno considerando la concentrazione media di microplastiche in tutti i sali analizzati e fino a 110 sulla base del dato italiano peggiore.
I risultati suggeriscono che l’ingestione di microplastiche da parte dell’uomo può avvenire anche attraverso prodotti di origine marina e l’esposizione umana può dipendere dai livelli di contaminazione nelle differenti aree geografiche.
Per limitare la nostra esposizione alle microplastiche sono necessarie misure preventive riguardo l’immissione di plastica in mare, una migliore gestione dei rifiuti in ambiente terrestre e, soprattutto, la riduzione della produzione di rifiuti in plastica.
Nei mesi scorsi Greenpeace ha lanciato una petizione (no-plastica.greenpeace.it), sottoscritta da quasi due milioni di persone in tutto il mondo, con cui chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Ferrero, Unilever, San Benedetto, Procter & Gamble e McDonald’s di assumersi le proprie responsabilità, partendo dalla riduzione di contenitori e imballaggi in plastica monouso immessi sul mercato.

lunedì 15 ottobre 2018

Olimpiadi della Civiltà a Bari

La mattina dello scorso 13 ottobre si è tenuta in Piazza Cesare Battisti, a Bari, la seconda edizione delle Olimpiadi della Civiltà, organizzata dagli amici di Retake Bari, patrocinata dall'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e dall'AMIU, che ha visto la partecipazione di tanti bimbi, accompagnati da genitori ed insegnanti, oltre a varie associazioni, tra cui molti volontari baresi di Greenpeace.


Grandi e piccini si sono divisi in squadre e si sono sfidati in 4 discipline: Caccia al rifiuto selvaggio, ricerca del mozzicone perduto, cerchia la gomma da masticare, strappo del manifesto abusivo.


Prima, durante e dopo le attività, i nostri volontari hanno informato e sensibilizzato i partecipanti alle Olimpiadi sulle tematiche legate soprattutto alla plastica usa e getta, che sta letteralmente soffocando il nostro fragile Pianeta. Si è distruibuito materiale informativo, ma sono stati mostrati anche esempi pratici per ridurne drasticamente l'uso, come borracce, cannucce in metallo lavabili, spazzolini in bambù...


Eravamo presenti con un banchetto informativo ed un grande striscione "Il Mare non è usa e getta".

Al termine dei giochi sono stati distribuiti regali e gelati offerti da una gelateria del posto.

lunedì 8 ottobre 2018

Cambiamenti climatici in corso



“Acqua alta in arrivo”, “Cambiamenti climatici in corso”. Con questi messaggi i volontari di Greenpeace hanno manifestato giovedì 4 ottobre a Bari in Via Capruzzi, zona dove ha sede un’agenzia di Assicurazioni Generali. La stessa attività è stata replicata in circa altre 15 città italiane.
Il binomio cambiamenti climatici e Assicurazioni Generali è presto spiegato: da circa un anno Greenpeace, in collaborazione con Re:Common e molte associazioni internazionali, chiede al Leone di Trieste di smettere di assicurare e finanziare centrali e miniere a carbone, il più inquinante tra tutti i combustibili fossili.
Lo scorso febbraio Generali ha approvato una “strategia sul cambiamento climatico”, un primo passo che però prevede delle pericolosissime “eccezioni” grazie alle quali il più grande gruppo assicurativo italiano potrà continuare a finanziare e assicurare il carbone in Polonia e Repubblica Ceca. Paesi che hanno impianti tra i più inquinanti d’Europa. Chiediamo a Generali di diventare un vero leader nella lotta ai cambiamenti climatici, abbandonando il carbone senza eccezioni ed impegnandosi così ad assicurare a tutti i cittadini un futuro con meno disastri climatici.
Tra le “eccezioni” nella strategia di Generali ci sono: la centrale di Kozienice, secondo impianto più grande d'Europa; la miniera di Turow, che si calcola inquini l'acqua potabile di 30mila persone; la centrale di Opole, che raddoppierà la produzione nei prossimi anni e che già oggi emette ogni anno oltre 5 milioni di tonnellate di CO2 (tanta CO2 quanta ne emettono in media, nello stesso periodo, circa 2,5 milioni di SUV).
I volontari di Greenpeace hanno simbolicamente “portato” a Bari e in altre piazze italiane l’innalzamento del livello del mare, che secondo uno studio dell’Enea sarà nel nostro Paese di 90-140cm al 2100. Tra le cause principali di questo fenomeno ci sono proprio i cambiamenti climatici, oltre ad altri fattori come erosione delle coste e cementificazione. L’Enea ha recentemente prodotto anche delle dettagliate mappe che analizzano diverse zone d’Italia particolarmente a rischio.
Tra le città più in pericolo c’è Venezia ma anche Trieste, sede storica proprio di Generali. Speriamo che questo paradosso spinga il management del Gruppo a prendere una posizione davvero ambiziosa sul tema dei cambiamenti climatici, iniziando dall’abbandono immediato del carbone senza nessuna eccezione perché non abbiamo davvero più tempo da perdere e, se non agiamo oggi, domani potrebbe essere già troppo tardi.
A dicembre si terrà in Polonia la annuale Conferenza sul Clima (COP24), proprio vicino ad alcuni degli impianti in cui Generali si trova coinvolta. Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla Polonia e soprattutto sugli impianti a carbone. Generali ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale in uno dei momenti storici più importanti nella lotta ai cambiamenti climatici. Speriamo che ne prenda consapevolezza e diventi un leader del settore da imitare in tutto il mondo.

lunedì 17 settembre 2018

Meeting del Volontariato 2018

Anche quest'anno i volontari baresi di Greenpeace hanno partecipato alla undicesima edizione del Meeting del Volontariato, evento organizzato dal Centro di Servizio al Volontariato “San Nicola” con le Associazioni di Volontariato presso il padiglione Nuova Hall della Fiera del Levante.
Il Meeting è sempre stato una tappa obbligata per il variegato mondo del volontariato, perché mette al centro la persona e presenta una progettualità culturale per la costruzione di una società fondata sui valori della reciprocità, del dono, della fiducia. Qualità che si possono riscoprire grazie alle azioni gratuite dei tantissimi volontari presenti sul nostro territorio.
La manifestazione è stata ricca di tanti appuntamenti: convegni in cui si parlerà del nuovo Codice del Terzo Settore e del Volontariato come fattore di sviluppo locale; focus group, laboratori, mostre, spettacoli di animazione e teatrali.

I volontari di Greenpeace sono stati presenti in uno stand nei giorni 12 e 13 settembre, dove hanno esposto il materiale informativo delle varie campagne attive e hanno potuto incontrare i visitatori di questa edizione 2018.
Tra gli ospiti di eccellenza di questa edizione anche il famoso cantautore romano Max Gazzè.

venerdì 27 luglio 2018

Stessa spiaggia, stessa plastica

Tra maggio e giugno, grazie al contributo dei suoi volontari, Greenpeace Italia ha organizzato in sette spiagge italiane - Bari, Napoli, Trieste, Palermo, Fiumicino, Chioggia e Parco Regionale di San Rossore – la raccolta e la catalogazione dei rifiuti in plastica per categoria merceologica (imballaggi per alimenti, l’igiene domestico o personale), tipologia di plastica (polimero) e, laddove possibile, marchio di appartenenza.
I volontari baresi, insieme all'associazione Retake Bari, si sono concentrati nella zona a sud della spiaggia di Pane e Pomodoro, dove sono stati trovati importanti quantitativi di polistirolo e di contenitori in plastica, come si evince anche nel dettaglio per tipologia all'interno del report.
Un’operazione condotta seguendo il protocollo del Brand Audit, messo a punto dalla coalizione Break Free From Plastic e replicato su scala globale dalle organizzazioni che ne fanno parte.
I dati ottenuti, contenuti nel rapporto “Stessa spiaggia, stessa plastica”, mostrano come circa l’80 percento degli imballaggi e contenitori in plastica per cui è stato possibile identificare i marchi di appartenenza sia riconducibile proprio a marchi come Coca Cola, San Benedetto, Ferrero, Nestlé, Haribo e Unilever.

Qui il rapporto Stessa spiaggia, stessa plastica

lunedì 18 giugno 2018

Greenpeace al RomaPride 2018

Siamo fortemente convinti che la lotta per un mondo migliore non si possa limitare agli aspetti ambientali, ma vada oltre e ci vede al fianco anche di altre associazioni, che lottano per i diritti civili e umani! Soprattutto in questo periodo storico, caratterizzato sempre più da un ritorno in auge di una politica non sensibile all’uguaglianza.
Crediamo che un guerriero dell’arcobaleno non combatta solo per un Pianeta più sostenibile, ma anche per un Pianeta in cui tutti abbiamo pari diritti e dignità. Vogliamo un pianeta protetto, ma anche giusto! 
Anche per questo i volontari di Greenpeace Italia, compresi quelli del Gruppo Locale di Bari, hanno partecipato numerosissimi al RomaPride 2018, che si è tenuto nella capitale lo scorso 9 giugno e che ha visto la presenza di centinaia di migliaia di persone nel corteo che ha sfilato dalla centralissima e gremita Piazza della Repubblica fino a Piazza Venezia durante l'intero pomeriggio.
Al termine del corteo vari rappresentanti si sono alternati sul palco, insieme ad artisti e gruppi musicali che hanno accompagnato i presenti fino a sera.

martedì 12 giugno 2018

Presentazione del libro di Greenpeace a Bari

Arriva in libreria “GREENPEACE. I GUERRIERI DELL’ARCOBALENO IN ITALIA” (Edizioni Minerva), il primo libro che racconta la storia di Greenpeace Italia e i suoi oltre trent’anni di campagne in difesa dell’ambiente nel nostro Paese.
Il libro, curato da Ivan Novelli, è ricco di foto di qualità (più di ottanta), accompagnate dai contributi di una quarantina di protagonisti di ieri e di oggi, che raccontano i temi, i fatti, le azioni. Aperto dalle riflessioni del presidente Andrea Purgatori e del giornalista de “La Repubblica” Antonio Cianciullo, si conclude con un saggio dell’antropologo Franco La Cecla.
E' stato presentato a Bari lo scorso 6 giugno, presso La Feltrinelli Libri & Musica. Sono intervenuti tante persone che hanno potuto dialogare con Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia e Massimiliano Boccone, coordinatore del Gruppo Locale Greenpeace di Bari. Ha moderato l'incontro e le domande dei presenti la giornalista Enrica Simonetti, caposervizio Cultura Spettacoli Gazzetta del Mezzogiorno. 
Per dirla come uno dei grandi fotografi della Magnum, Josef Koudelka: «Se una foto è buona racconta molte storie diverse». Infatti, c’è tutto il mondo di Greenpeace in questo libro. Ci sono i volti degli attivisti arrampicati sulle ciminiere, dei volontari e i sostenitori che marciano in piazza per un futuro migliore, ma anche delle persone insieme alle quali e per le quali conduciamo le nostre battaglie, come gli apicoltori in difficoltà per i pesticidi immessi nell’ambiente o le vittime dell’inquinamento industriale.
Un momento della presentazione a Bari nella Libreria Feltrinelli
Tante fotografie per raccontare le diverse campagne che si sono susseguite per oltre trent’anni, compendiate da brevi testi scritti dai protagonisti che raccontano i temi, i fatti, le azioni. Dall’inquinamento della laguna di Venezia alle centrali a carbone di Porto Tolle e Brindisi, dalla pesca distruttiva delle spadare nel Mediterraneo alle proteste contro i test nucleari francesi a Mururoa, dai referendum contro il nucleare alla campagna contro i gas buca-ozono, alle azioni contro le trivelle petrolifere e tante altre ancora. Una storia fatta da centinaia di attivisti, dal loro coraggio e determinazione per difendere l’ambiente. Una storia che continua ancora oggi!


La locandina dell'evento di Bari

lunedì 28 maggio 2018

Greenpeace premia chi lascia l'auto a casa

Ringraziare e premiare simbolicamente chi, scegliendo di muoversi a piedi, in bici, con il trasporto pubblico locale aiuta a decongestionare le strade dal traffico veicolare. È questa l’iniziativa portata avanti sabato 26 maggio dai volontari di Greenpeace in 19 città italiane, per porre l’accento sulla necessità di una vera rivoluzione che coinvolga gli spazi urbani in cui viviamo, all’insegna della mobilità sostenibile e dell’abbattimento dei livelli di inquinamento che attanagliano le nostre città.
Anche a Bari presso la pista ciclabile di Viale Unità d’Italia e presso la stazione della metro leggera di Corso Italia, i volontari dell’organizzazione hanno consegnato coccarde premio a cicilisti, pedoni e utenti dei mezzi pubblici: gli “urban heroes” di tutti i giorni.
Già oggi nelle nostre città vivono, a volte ‘inconsapevoli’, dei semplici, ordinari, quotidiani “eroi” della mobilità: persone che si spostano usando solo i mezzi pubblici, la bicicletta, il car sharing elettrico, o semplicemente andando a piedi. A volte lo fanno tra molte difficoltà, ma la loro pratica e il loro esempio sono il miglior viatico per cambiare presto le nostre città. A tutti loro va il nostro “grazie”.


L’IPCC prevede che, al 2050, la popolazione mondiale sarà di 10 miliardi di persone, e due terzi di queste risiederanno in grandi centri urbani.
Secondo Greenpeace, la grande sfida della mobilità sostenibile sarà consentire alle persone di muoversi senza impatti negativi sulla loro salute e quella del Pianeta. In molte grandi città del mondo, grazie a politiche e investimenti coraggiosi, intelligenti e innovativi, è in corso una rivoluzione urbana della mobilità. Queste città hanno più aree verdi, spazi per la socialità, un trasporto pubblico efficiente e infrastrutture per la mobilità pedonale e ciclistica. Promuovono il car sharing e il ride sharing elettrici e offrono servizi su tutto il territorio, così da ridurre il bisogno di lunghi spostamenti. Sono città con meno smog, meno parcheggi, cittadini più sani e liberi.
L’Italia è indietro su molti fronti, quanto a promozione della mobilità sostenibile. Nel nostro Paese c’è un livello di motorizzazione significativamente più alto degli altri Paesi dell’Unione. Con 62,4 auto ogni 100 abitanti, l'Italia si colloca al primo posto nella graduatoria dei maggiori Paesi europei per rapporto tra autovetture circolanti e abitanti. La Germania ha 55,7 auto ogni 100 abitanti, seguita da Spagna (49,3), Francia (47,9) e Regno Unito (47,2). Il tasso di motorizzazione nel periodo 2008-2016 è aumentato di ben 2,3 punti, passando dalle 60,1 alle 62,4 autovetture per 100 abitanti.
Un sistema che si basa sul mezzo privato a benzina o gasolio è un sistema patogeno, oltre che antitetico agli accordi sul clima.

venerdì 25 maggio 2018

Pulizia spiaggia e brand audit

Lo scorso 19 maggio i volontari baresi di Greenpeace, insieme a RetakeBari e altre associazioni hanno effettuato la pulizia di un tratto di 120 metri di spiaggia a "Pane e Pomodoro" a Bari, per circa 4 metri di profondità, agendo quindi su quasi 500 metri quadri di spiaggia.
Abbiamo trovato tantissimi rifiuti, in particolar modo polistirolo, che rappresentava da solo oltre il 50% del volume complessivo. Sommando tutti i rifiuti trovati sulla costa abbiamo raccolto complessivamente 2100 litri per 75 chilogrammi di peso. Il tutto in soli 120 metri di costa!
I numeri non riescono a rappresentare bene lo sconforto che si prova di fronte a tutti quei rifiuti, composti prevalentemente da plastica come bottiglie, flaconi, retine, confezioni di cibo, imballi di ogni tipo, oltre al suddetto polistirolo, proveniente probabilmente dalle cassette usate per trasportare pesce ed altri prodotti ittici.
Si tratta ormai di una emergenza in piena regola, derivata anche dal consumo sfrenato di beni.
Da anni le grandi aziende continuano ad immettere sul mercato enormi quantitativi di plastica, principalmente usa e getta, non assumendosi alcuna responsabilità circa il suo corretto riciclo e recupero. Se vogliamo fermare l'inquinamento da plastica nei nostri mari, è necessario che le grandi aziende affrontino concretamente la loro dipendenza dalla plastica monouso, avviando immediatamente programmi che riducano drasticamente il ricorso all'utilizzo di imballaggi e contenitori in plastica usa e getta.
Dopo aver raccolto i rifiuti, questi sono stati divisi in categorie per procedere ad una fase di attenta e dettagliata classificazione (Brand Audit), così come è stato fatto in altre città e spiagge italiane. Questi dati saranno aggregati agli altri e permetteranno di redigere un report sulla contaminazione da plastica delle nostre coste che sarà pubblicato da Greenpeace Italia.

mercoledì 2 maggio 2018

VITTORIA! Le api ringraziano

Finalmente l'Unione Europea ha approvato il bando permanente a tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api. Dopo anni di impegno e grazie alla mobilitazione di migliaia di persone, abbiamo ottenuto una grande vittoria per le api, l’ambiente e per tutti quanti noi.
Il bando permanente estende quello parziale già in essere dal 2013 per tre neonicotinoidi - l'imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta - resta consentito solo il loro utilizzo all’interno di serre permanenti.
Durante la discussione del 27 Aprile, anche l’Italia ha votato a favore del bando, contrariamente a quanto fece nel 2013. Oltre l'Italia, altri 15 Paesi hanno votato a favore del bando di questi insetticidi: Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Svezia, Grecia, Portogallo, Irlanda, Slovenia, Estonia, Cipro, Lussemburgo, Malta, che rappresentano il 76,1% della popolazione dell'Ue. Quattro invece i Paesi contrari al divieto: Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Danimarca. Otto, infine, gli astenuti: Polonia, Belgio, Slovacchia, Finlandia, Bulgaria, Croazia, Lettonia e Lituania. 
Perchè vietare i neonicotinoidi? È scientificamente provato che gli insetticidi neonicotinoidi mettono gravemente a rischio le api, le coltivazioni e le piante che da esse vengono impollinate.
Oltre ai 3 insetticidi ce ne sono altri che costituiscono una minaccia per le api e altri insetti benefici, il cui uso è attualmente permesso in Unione Europea: acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone e altre sostanze quali cipermetrina, deltametrina e clorpirifos.
Per evitare che questi tre insetticidi ora vietati vengano sostituiti con altre sostanze chimiche che potrebbero essere altrettanto dannose, Greenpeace chide all'Ue di bandire l’uso di tutti i neonicotinoidi, come la Francia sta già considerando di fare.
È inoltre necessario applicare gli stessi rigidi standard utilizzati per questo bando alla valutazione di tutti i pesticidi e, soprattutto, ridurre drasticamente l'uso di pesticidi sintetici e sostenere la transizione verso metodi ecologici di controllo dei parassiti.

giovedì 19 aprile 2018

Flash mob contro le trivelle e air gun a Bari


Lo scorso 8 aprile è stato realizzato in 8 città sulla costa adriatica, tra cui Bari, un flash mob per simulare i danni che subiscono i pesci e tutto l'ecosistema marino dopo le ricerche di idrocarburi con la tecnica invasiva dell'air gun.
I volontari di Greenpeace di Bari e San Ferdinando di Puglia, insieme agli attivisti del comitato No Triv terra di Bari e tanti altri cittadini accorsi sotto la ruota panoramica sul Lungomare di Bari, hanno urlato insieme per 10 volte "boom", per poi accasciarsi tutti a terra, simulando l'effetto dell'air gun sulla fauna marina.
Il flash-mob rientra nell'ambito delle varie manifestazioni che si sono svolte anche in Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise dopo l'esito sfavorevole dei ricorsi contro le trivelle di alcune Regioni, tra cui la Puglia, al Consiglio di Stato.
Obiettivo comune è di dire NO ai progetti di prospezione petrolifera con l'air gun, approvati dal Ministero dell'Ambiente e in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Complessivamente in questi anni il Ministero dell'Ambiente ha emanato ben 9 provvedimenti di Via (Valutazione di Impatto Ambientale) favorevoli all'uso dell'air gun in Adriatico su ben 11 zone.

E su alcune aree, come la Puglia, si potrà passare con l'air gun addirittura tre volte.
In questi giorni si è aggiunta l'ennesima richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale da parte dei petrolieri per svolgere prospezioni con air gun nel Canale d'Otranto.
E questa volta il ministero ha attivato una procedura di Via transfrontaliera con la Grecia.

Album foto su Facebook

mercoledì 11 aprile 2018

Pic nic senza plastica!

il nostro gazebo "avvolto" dai partecipanti al pic nic
Inizia la primavera, è tempo di festeggiare nella nostra splendida città. Così lo scorso sabato 7 aprile si è svolto il primo PIC NIC SENZA PLASTICA!
Questo evento, completamente gratuito, aperto alla cittadinanza, è stato caratterizzato da giochi e attività per bambini, seminari e workshop per grandi e piccini, musica, cantastorie e giocolieri. Oltre ad una partecipatissima caccia al tesoro.
L'evento è stato pensato da RetakeBari e da loro realizzato con la collaborazione dei volontari di Ortocircuito, Legambiente, LeZzanzare, Ricreazione Aps e i volontari baresi di Greenpeace.

un vero pic nic senza plastica usa e getta

Oltre 300 persone hanno trascorso una piacevole e divertente giornata “verde” presso il Parco Gargasole già dall'apertura alle 11. Tanti ci hanno raggiunto in bicicletta e a piedi. Inoltre gli amici di Ciclospazio hanno messo a disposizione un angolo riparazioni e gonfiaruote.
Ognuno ha portato sogni, speranze, sorrisi, allegria, ma soprattutto cestini pieni di buon cibo, tovaglie e bibite, rigorosamente senza plastica usa e getta, per celebrare il primo pic-nic cittadino a BARI che rispetta l'ambiente. I più virtuosi hanno ricevuto divertenti premi e gadget creati ad hoc per l'evento.
una vista dall'alto del Parco Gargasole durante il pic nic

Una giornata bellissima, divertente, ma che è servita anche come spunto di riflessione per migliorare il nostro impatto quotidiano sull'ambiente.
E lo abbiamo fatto parlando con le persone della nostra campagna contro la plastica usa e getta e distribuendo il materiale informativo utile per approfondire il tema.

Leggi i dettagli della campagna


Foto di gruppo dei volontari delle varie associazioni partecipanti

martedì 20 marzo 2018

Generali finanzia il carbone e assicura disastri climatici

i volontari distribuiscono le finte polizze/volantino
Una finta polizza con cui Generali assicura i cambiamenti climatici. È quanto hanno distribuito questa mattina i volontari di Greenpeace in 18 città italiane, con postazioni promozionali situate in prossimità di alcune agenzie del più grande gruppo assicurativo italiano. Generali infatti offre copertura assicurativa ad impianti e miniere di carbone, e finanzia perfino alcuni dei più inquinanti impianti d’Europa, tra i principali responsabili dei cambiamenti climatici.
A Bari i volontari del Gruppo Locale hanno effettuato questa attività di denuncia in via Capruzzi.
Generali ha recentemente annunciato una “strategia sul cambiamento climatico”, eppure intende continuare ad assicurare ed investire in alcuni degli impianti più impattanti del Continente, i cui drammatici effetti arrivano fin dentro casa nostra. Se Generali vuole essere ambiziosa nella lotta ai cambiamenti climatici deve immediatamente abbandonare gli investimenti nel carbone, senza alcuna eccezione, e terminare anche la copertura assicurativa di centrali e miniere, a cominciare dai contratti attualmente in vigore ma in procinto di scadere.   
Il Leone di Trieste, insieme ad altre compagnie assicurative come Allianz e Munich RE, è tra i principali investitori ed assicuratori del carbone in Polonia, un settore dagli impatti ambientali e sanitari devastanti, responsabile di 5830 morti premature stimate ogni anno in Europa. Il secondo Paese più colpito dall’inquinamento di questi impianti è proprio l’Italia, con un numero di morti annue premature stimate di oltre 400, più di una al giorno.
La Polonia ha inoltre imponenti piani di espansione legati al carbone, con la costruzione già prevista di 10 gigawatt di nuove centrali e 3,2 miliardi di tonnellate di lignite da miniere a cielo aperto. Tra i progetti finanziati ed assicurati da Generali ci sono, ad esempio, il secondo impianto più grande d’Europa (Kozienice), una miniera di lignite a cielo aperto che inquina l’acqua di oltre 30mila persone e che rimarrà aperta fino al 2044 (Turow), e il raddoppio di una centrale che già oggi emette oltre 5,8 milioni di tonnellate di CO2 (Opole).
Vogliamo che Generali diventi un vero leader nella lotta ai cambiamenti climatici. La più importante compagnia assicurativa italiana ha la possibilità ed il dovere di fare qualcosa di concreto per la salute dei cittadini e del Pianeta.

L’abbandono del carbone e dei combustibili fossili da parte di Generali potrebbe dare un segnale enorme anche al resto del mercato, come accaduto ad esempio con il disinvestimento della compagnia assicurativa francese Axa.
Greenpeace Italia ha lanciato nei giorni scorsi una petizione rivolta a Philippe Donnet, Group CEO di Assicurazioni Generali. Oltre 20mila persone hanno già firmato per chiedere alla compagnia italiana di abbandonare completamente il carbone, sia nel settore investimenti che in quello assicurativo, e diventare leader nella lotta ai cambiamenti climatici.

venerdì 9 marzo 2018

Giornata Internazionale delle Donne

Greenpeace Gruppo locale di Bari ha aderito allo sciopero indetto dal movimento “Non Una di Meno” per l’8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne. Lo ha fatto invitando tutte le donne e gli uomini a scioperare dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, e a mostrare l’adesione allo sciopero appendendo bandiere colorate negli uffici e utilizzando l’hashtag #Iosciopero.

Gli attivisti di Greenpeace hanno partecipato al corteo che è sfilato per le strade del centro di BARI, raggiungendo la tappa finale a Piazza Risorgimento nel cuore del quartiere Libertà.

Siamo scesi in piazza perché:
 - La maggior parte delle persone che lavorano a Greenpeace, così come buona parte del volontariato e dei nostri attivisti sono donne.
 - Combattiamo ogni giorno per un futuro verde e di pace, impossibile da realizzare senza uguaglianza e giustizia per tutti e tutte.
 - Crediamo che la giustizia ambientale sia indissolubilmente legata alla lotta per la giustizia di genere, e che le donne siano fondamentali per raggiungere entrambe.
 - Ripudiamo la violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.

Crediamo che non esista democrazia senza parità di genere. Greenpeace combatte ogni giorno per un futuro verde e di pace, che è impossibile realizzare senza uguaglianza e giustizia per tutti e tutte. In questi giorni vogliamo far emergere tanti esempi di leadership femminile nelle battaglie ambientali. Abbiamo incontrato le Mamme No Pfas che si battono in Veneto per il diritto all’acqua e alla salute, una battaglia che stanno portando avanti con tanta determinazione e coraggio. Abbiamo poi invitato in Italia, a fine marzo, Francinara Barè, leader indigena, Coordinatrice della COIAB (Confederazione Delle Organizzazioni Indigene dell’Amazzonia Brasiliana), che rappresenta oltre 600 gruppi indigeni dell’Amazzonia brasiliana. Ci parlerà delle strategie adottate dalle comunità indigene per resistere agli attacchi compiuti dalle imprese private, le autorità o la criminalità organizzata.

martedì 6 marzo 2018

Salva il mare dalla plastica

Il 22 e il 28 febbraio i nostri volontari hanno partecipato a due incontri con i bambini e i ragazzi del Centro Servizi per le Famiglie di Carrassi, San Pasquale, Mungivacca di Bari. In questi due appuntamenti abbiamo parlato con i nostri piccoli amici di cosa sia e cosa faccia Greenpeace per tutelare il nostro Pianeta e di come cerchi di informare e sensibilizzare tutti sui problemi sempre più gravi che affliggono il nostro ambiente.
In particolar modo nei due incontri abbiamo parlato di plastica e della sua contaminazione crescente dei nostri mari, soprattutto per l'uso incontrollato di oggetti usa e getta, sempre più presenti nella nostra vita quotidiana.
Ma sono proprio i più piccoli che oggi è necessario sensibilizzare, affinchè possano prendere coscenza di questo grave problema e porre in essere da subito una correzione del nostro errato stile di vita, che non si cura dell'ambiente che ci circonda, nel nome del progresso e delle comodità, spesso fittizie e incentivate da un errato modello di economia che punta solo al consumo crescente.
La risposta dei nostri piccoli amici è stata sorprendente, anche nei disegni che hanno realizzato su queste tematiche. Inoltre ci hanno posto domande, fatto dell considerazioni e appunti che non ci si aspetta nemmeno da un adulto, segno che c'è ancora speranza per il nostro futuro sul Pianeta Terra.

venerdì 2 febbraio 2018

Progetto Radio - Storie di ordinario attivismo

Dallo scorso dicembre abbiamo dato inizio ad un progetto radio, che abbiamo chiamato "Storie di ordinario attvismo", svolto dai volontari baresi di Greenpeace in collaborazione con Radio Frequenza Libera, che ci ha messo a disposizione lo studio, i ragazzi dello staff ed il know how da loro acquisto nell'esperienza maturata nella radio del Politecnico di Bari, indispensabili per permettere ai nostri volontari di raccontare al meglio il dietro le quinte delle azioni e soprattutto le motivazioni che ci spingono ad agire in maniera pacifica ma determinata nell'ambito delle nostre campagne attive.
Proprio a dicembre si è iniziato con una prima trasmissione, una sorta di puntata zero, che ci ha permesso di prendere confidenza con la radio e soprattutto di presentare il gruppo locale di Bari.
Da qualche giorno è invece online il podcast (ascoltalo qui) della vera prima puntata, dedicata all'azione #StopDiesel che si è svolta lo scorso novembre sulla Tangenziale Est di Roma: http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/In-azione-sulla-Tangenziale-Est-di-Roma-per-dire-Stop-Diesel/

Una protesta che è arrivata a distanza di pochi giorni dalla pubblicazione del nostro monitoraggio dell’aria davanti a 10 scuole di Roma. All’ingresso di ciascun istituto i valori medi di concentrazione del biossido di azoto (NO2), sono risultati superiori al limite individuato dall’OMS come soglia di qualità per la protezione della salute umana (40 μg/m3), con picchi di concentrazione quasi tripli rispetto a quel limite.
Ricordiamo che un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente stima in oltre 17mila i casi di morte prematura annua causati in Italia dalle alte concentrazioni di NO2: il nostro Paese è il peggiore in Europa, con un’incidenza sanitaria quasi doppia rispetto alla media UE.

Maggiori info sulla campagna #StopDiesel

giovedì 25 gennaio 2018

Incontro presso scuola "Montalcini" sulle microplastiche

Lo scorso 20 gennaio, i nostri volontari sono stati presenti durante una giornata dedicata alla Scuola Digitale presso la Scuola Secondaria di Primo Grado "Montalcini" di Bari (Torre a Mare). Durante l'incontro i ragazzi hanno illustrato alcune loro presentazioni inerenti gli effetti della plastica sugli ecosistemi del nostro Pianeta ed in particolar modo nei nostri oceani.
Difatti il mare sta letteralmente soffocando: in media 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno nei mari di tutto il mondo. Questo disastro può essere fermato. L'UE sta rivedendo le Direttive sui rifiuti: è una occasione da non perdere!

Gli studenti della 2L, con cui ci siamo interfacciati insieme ai loro genitori, hanno descritto quali sono i problemi e quali potrebbero essere le soluzioni da porre in essere da subito per ridurre drasticamente l'impatto devastante che la plastica sta avendo negli ultimi anni.
E' seguito un momento di approfondimento su Greenpeace ed il suo modo di agire nella salvaguardia dell'ambiente. L'incontro si è concluso con una serie di domande e risposte che hanno coinvolto tutti i presenti, da cui è emerso che produciamo sempre più plastica usa e getta, molta più del necessario e riciclarla non basta. Oramai ben l'ottanta percento dell'inquinamento marino è fatto di plastica.
Quest'invasione sta rapidamente trasformando i nostri mari nella più grande discarica del mondo!