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domenica 15 aprile 2012

Enel, sotto processo ci sei tu!

i ragazzi del R.I.C. indagano sui misfatti di Enel
Oggi 15 aprile i volontari baresi di Greenpeace sono scesi in piazza per informare la popolazione sulle politiche aziendali di Enel, che continua a perseguire la sua strategia di investimento nel carbone come fonte principale per la produzione di energia elettrica in Italia. Enel, con le sue centrali a carbone, produce da sola in Italia oltre 26 milioni di tonnellate di Anidride Carbonica (CO2). La CO2 è il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra e del caos climatico che minaccia il nostro mondo.

Le centrali a carbone sono la principale fonte di emissione di anidride carbonica, anche nota come CO2. L’alta concentrazione di CO2 nell’atmosfera è la principale causa dei cambiamenti climatici in corso.
Carbone >> CO2 >> Cambiamenti climatici. È questo il passaggio chiave.
I cambiamenti climatici toccano direttamente il nostro Paese. Le temperature medie dell’Italia si stanno alzando rapidamente. I 10 anni più caldi dal 1800 a oggi sono successivi al 1990; di questi, 6 su 10 sono successivi al 2000. All’aumento medio delle temperature si associano ondate di calore (triplicate negli ultimi 50 anni) e di gelo, con un forte aumento delle giornate di precipitazioni molto intense associate a una generale diminuzione delle precipitazioni nell’arco dell’anno.

La manifestazione di oggi segue di pochi giorni il flashmob di protesta che si è tenuto in 14 città italiane, tra cui Bari, svolto a ridosso di due importanti passaggi giudiziari. Il primo vede imputati venticinque attivisti di Greenpeace per l’azione del 13 dicembre 2006 in cui fu occupata per tre giorni la centrale di Porto Tolle, nel Parco del Delta del Po. Enel vorrebbe convertirla a carbone nonostante la presenza, proprio davanti all’impianto, del più grande terminal gasiero offshore del mondo. La seconda riguarda la decisione che prenderà il Consiglio di Stato sulla necessità o meno di rifare da capo la Valutazione dell’Impatto Ambientale per la conversione a carbone della centrale di Porto Tolle. Con queste manifestazioni vogliamo ribadire che siamo pronti a pagare per le nostre azioni di protesta; ma pensiamo anche che sotto processo dovrebbe esserci chi distrugge il clima e l’ambiente, non chi lo difende.

Per questo motivo dobbiamo agire ora e fermare ciò che può essere fermato: l’utilizzo di carbone per la produzione di energia elettrica nelle centrali Enel. Unisciti anche tu all’indagine del R.I.C., il Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace sul sito facciamolucesuenel.org , rivelando a tutti la sporca verità, ci aiuterai a portare Enel al tavolo delle trattative per costringerla a cambiare i suoi piani industriali a favore di fonti di energia rinnovabile e pulita. Salviamo il clima. Fermiamo Enel!


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